venerdì 26 aprile 2013

Qingmingjie -parte 4-



大家好! La settimana scorsa tra altalene, jianzi e cuju abbiamo fatto così tanto movimento che ora ci possiamo concedere un momento di relax: per sentirci liberi e leggeri, faremo volare i nostri aquiloni nel cielo blu tra le soffici  e spumose nuvole. Come l’altalena, anche l’aquilone è un oggetto con cui iniziamo ad aver dimestichezza fin da quando siamo piccolini ma, proprio per il fatto che ci è così familiare ed è presente in tutto il mondo, probabilmente non ci siamo mai chiesti quali sono le sue origini e la sua storia.

E’ inutile che vi dica che l’aquilone è nato nel Regno di Mezzo (altro modo per indicare la Cina, 中国 Zhōngguó) molti, molti secoli fa e, per questo motivo, credo sia giusto partire proprio dal suo nome originale. Sebbene nella Cina settentrionale si faccia riferimento ad esso  utilizzando il termine 纸鸢 zhǐyuān (“uccello di carta”) e nella parte meridionale invece si usi il termine 鹞子 yàozi (“sparviero”), solitamente per dire “aquilone” si usa il termine 风筝 fēngzheng, dove “fēng”  significa “vento” e “zheng” indica un particolare strumento musicale. A prima vista questo accostamento di caratteri può sembrare strano ma, in realtà, ha un preciso significato che ci porta indietro nel tempo, precisamente nel Periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Stati (907 – 960). Secondo il libro《询匈录》(Xún xiōng lù) di Lang Ying, scrittore vissuto durante la dinastia Ming (1368 – 1644), Li Ye, che era solito costruire e far volare aquiloni nella corte imperiale, un giorno attaccò sopra alla struttura un canna di bambù forata che, a causa del movimento e del vento, produsse un suono simile a quello dello zheng, uno strumento musicale tradizionale cinese appartenente alla famiglia delle cetre. Provate ad immaginare la poesia di quel momento!

Ora la domanda sorge spontanea: come e da chi è stato inventato l’aquilone? C’è chi dice che è stato inventato per caso da un uomo a cui venne in mente l’idea vedendo il proprio cappello volar via a causa di un improvviso colpo di vento. Altri ne attribuiscono la prima invenzione a Mozi (468 – 376 a.C), famoso pensatore cinese, che costruì e fece volare a stento un uccello di legno, noto come 木鸢 mùyuān. Sarà il suo discepolo Lu Ban a perfezionare la sua invenzione costruendo una gazza fatta di bambù e seta che, grazie ad una struttura più leggera, rimase in volo per tre giorni consecutivi: un enorme successo che gli portò onori e gloria a tal punto da essere tutt’ora considerato il protettore di tutti gli artigiani e costruttori cinesi.

Ma se pensate che l’aquilone fu creato fin da subito come gioco per bambini, vi sbagliate. Infatti fino alla Dinastia Tang (618 – 907) l’aquilone aveva una funzione prettamente militare: si utilizzavano per inviare messaggi, per chiedere aiuto o segnalare la propria posizione e, addirittura, si facevano volare soldati utilizzando gli aquiloni come deltaplani, ovviamente ben ancorati a terra! Con la dinastia Song (960-1279) il fengzheng assunse un significato ludico, passando da passatempo per soli cortigiani ad attività per tutti, grandi e piccini.

Col passare dei secoli e con il progresso scientifico e tecnologico, gli aquiloni sono stati dotati di strutture più complesse e articolate. Statici, da trazione, maniche a vento, acrobatici e perfino combattenti, chi più ne ha più ne metta: l’elenco delle diverse tipologie di aquiloni è veramente lungo! E come le strutture, anche le forme e disegni su di essi sono tanti e ciascuno ha un preciso significato: tartarughe, gru, pesche e pini simboleggiano una vita lunga; i pesci simboleggiano la ricchezza; i pipistrelli portano fortuna; le farfalle e i fiori rappresentano l’armonia; i draghi, potere e prosperità. Se volete farvi un’idea dovete assolutamente andare a  坊 Wéifāng, nella provincia dello Shangdong, città che nel 1988 ha assunto il titolo di “Capitale mondiale degli aquiloni”: qui non solo potete partecipare  ad uno dei più importanti festival ma potete anche visitare il più grande museo dedicato a questi magnifici oggetti!    

E ricordatevi: 鸢者长寿, “Chi fa volare gli aquiloni ha una vita lunga”!

Ci rivediamo a maggio con nuove storie e novità!! 88


venerdì 19 aprile 2013

Qingmingjie -parte 3-


La primavera sembra essere finalmente arrivata anche qui in Italia (ma non diciamolo troppo forte): abbiamo potuto assaggiare alcune delle tante delizie Qingming e abbiamo ascoltato la storia raccontata da Nainai seduti su un bel prato verde pieno di fiori …
Ma il tempo dell’ozio è finito, PELANDRONI! E’ ora di alzarsi in piedi, sgranchirsi le gambe e fare due salti: oggi parliamo dei giochi e delle attività fisiche che si praticano durante la festa Qingming, ovviamente col favore del bel tempo. 
Pronti? Al tre, tutti su … Tre! - AHIA! La schiena … -

Intanto iniziamo con un gioco antico, se così vogliamo definirlo:  秋千qiūqiān, l’altalena. In Cina le prime testimonianze dell’altalena risalgono al Periodo delle Primavere e Autunni (770 – 476 a.C.) ed è con la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) che diventa un’attività popolare molto apprezzata, tutt’oggi praticata durante le festività e il tempo libero. Tutti iniziano ad impararne le “regole” fin da piccoli: basta mettersi seduti oppure, spavaldi, in piedi e farsi spingere da un’altra persona. Ecco … magari evitate quei simpaticoni che vi fanno fare 360° intorno al palo o, se siete appesi ad un ramo, vi lanciano dritti nella chioma dell’albero!

Ora  scendiamo dall’albero, togliamoci foglie e rametti dalla bocca e mettiamoci delle scarpette comode perché continuiamo il riscaldamento con un gioco tradizionale chiamato jiànzi 毽子 (in inglese shuttlecock), praticato in tutta la Cina, non solo nei parchi ma anche nei vicoli cittadini. In italiano potremmo tradurlo come “volàno” ma dobbiamo stare attenti a non confonderlo con il più popolare badminton. Quali sono le differenze? Innanzitutto lo jiànzi è costituito da quattro penne di gallo (magari colorate) posizionate in verticale in una basetta formata da diversi dischetti di plastica, di carta e di metallo leggero. Fin qui nulla di scioccante. Ma se ora vi dicessi che l’unica racchetta che avete a disposizione è il vostro corpo, escluse le mani? No, non scappate via … non è per nulla pericoloso! Lo scopo del gioco è quello di tenerlo sempre in volo lanciandolo, dopo un massimo di quattro tocchi, oltre una rete alta circa un metro e mezzo nel campo dell’avversario. Un salto in avanti, un colpo d’anca qui, un calcio là, una sforbiciata e, se a quel punto non avrete colpito l’avversario, sicuramente lo avrete stupito per la vostra abilità! 

Bene, ora che ci siamo scaldati che ne dite di una bella partita a pallone? Anzi, visto che ci piacciono le tradizioni, facciamo un salto nel passato e proviamo a giocare a Cùjú  蹴踘! Con il termine cuju si indica un antico gioco molto simile al calcio: infatti 蹴 significa “calciare” 踘 fa riferimento ad una particolare palla fatta in cuoio riempita di piume. Durante la dinastia Han ( 206 a.C. – 220 d.C.) il cuju era considerato un divertente passatempo ma anche un ottimo addestramento militare: correre da una parte all’altra del campo, mantenendo il possesso della palla solo coi piedi, per poi centrare un foro in una rete sospesa tra due pali, migliorava non solo la coordinazione della squadra ma permetteva anche l’acquisizione di tattiche per sbaragliare gli avversari come in un vera battaglia. Anche se oggi il cuju non viene più praticato se non come reminescenza di un passato lontano, la sua importanza nella storia dello sport è tale che, durante la terza edizione del China International Football Expo 2004, l’allora Presidente della FIFA, Joseph Blatter, dichiarò ufficialmente che il calcio nacque in Cina e indicò come sua città natale Zibo ( 淄博市 zī bó shì) nella provincia dello Shandong. 
Sorpresi?

Visto che i vostri aquiloni dovrebbero essere pronti, tra pochi giorni potremo farli volare sulle ali del vento …88





                                                                 [Continua…]
                                                                   

sabato 6 aprile 2013

Qingmingjie -parte 2-


Le visite alle tombe dei cari fanno sì che le persone si spostino dai grandi centri abitati alle periferie o più lontano e diventano un’occasione in cui l’utile si unisce al dilettevole: cosa c’è di meglio di una gita fuori porta per assaporare l’arrivo della tiepida primavera in mezzo alla natura verdeggiante?! La Festa Qingming ha assunto anche il nome di “Festa delle gite”  踏青节 tàqīngjié proprio per indicare quest’usanza di “uscire all’aperto  e godere dei paesaggi primaverili” ( 踏青赏春 tàqīngshǎngchūn) e di “passeggiare ammirando i fiori” ( 踏青赏花  tàqīngshǎnghuā) che proprio in questo periodo dell’anno iniziano a sbocciare in un turbinio di colori.

Ancora oggi, durante queste passeggiate, si raccolgono fiori per fare delle coroncine per i capelli ed si cercano erbe, come per esempio la  荠菜 jìcài  Borsa del pastore (Capsella- bursa pastoris) una pianta che deve il suo nome alla forma dei suoi semi e che viene usata come ripieno nei ravioli in brodo ( 荠菜馄饨 jìcài húntun), soprattutto nell’area geografica chiamata Jiāngnán 江南, a sud del Fiume Azzurro.

E come la Pasquetta per gli italiani, in Cina queste gite primaverili significano anche pic-nic e la Festa Qingming  per quanto riguarda il cibo tradizionale non è da meno delle altre festività. Volete una veloce carrellata di alcune pietanze preparate in questi giorni? 
Pronti, partenza … gnam gnam!

馓子 sǎnzi: pasta di farina di frumento, allungata, tagliata in lunghi fili e fritta. Durante questa festività viene preparata un po’ ovunque in Cina ma il  “sangza” è uno snack tipico della minoranza islamica Uigura, presente nella regione autonoma dello Xinjiang (nord-ovest della Cina). 

清明果 Qīngmíng guǒ (“frutto Qingming”): a prima vista sembrano dei grossi ravioli ma gli ingredienti e il sapore sono ben diversi. L’involucro è fatto da un impasto di riso glutinoso precedentemente trattato con del succo di assenzio che gli dà un bel colore verde, il ripieno è di pasta di fagioli (ma esistono anche varianti con funghi e carne), il tutto cotto a vapore.

团子 tuánzi o 青团 qīngtuán: palline verdi dolci preparate impastando riso glutinoso ed estratto di assenzio e successivamente riempite con una pasta di fagioli rossi. Vengono cotte a vapore e poi vengono spennellate con un olio vegetale per renderle brillanti.

乌稔  wūrěn  fàn (riso wuren): piatto tipico della parte orientale del Fujian (sud-est della Cina ) e della minoranza etnica She ( 族 Shēzú ) e per questo chiamato anche 畲族乌米饭 Shēzú wūmǐfàn, il wuren fan è riso glutinoso che, una volta cucinato con il succo ottenuto dalle foglie dell’albero wuren o del Vaccinium bracteatum (simile alla pianta di mirtillo), diventa nero.

螺蛳 luósi: lumache dalla conchiglia a spirale che vengono saltate in wok con peperoncino, cipolla e zenzero e successivamente fatte stufare con un po’ di vino e salsa di soia. Si crede che la loro carne in questo periodo sia più succulenta, come appunto recita un vecchio detto: 《清明螺,胜似鹅》Qīngmíng luó, shèngsì è, cioè “Una lumaca durante il periodo Qingming è meglio di un’oca”. 

E dopo l’abbuffata, cominciate a spolverare i vostri aquiloni …

                                                                 
                                                              [continua…]

giovedì 4 aprile 2013

Qingmingjie -parte 1-


E così ci siamo lasciati alle spalle marzo, mese che abbiamo voluto dedicare interamente al drago e alla fenice. Qui in Italia quel simpaticone di Long ha portato un bel po’ di piogge ma la primavera ancora tarda ad arrivare: chissà se riusciremo a dire finalmente ad alta voce (e un po’ stizziti) un bel “ARRIVEDERCI” a questo inverno che non vuole andarsene?! Dopo tutta quest’acqua e questo freddo, ci vorrebbe proprio una bella giornata calda, soleggiata, chiara e luminosa …

Aspettate un attimo! Ho detto “Chiara e luminosa”, in cinese rispettivamente 清 qīng e 明 míng e questa è la prima settimana del terzo mese del calendario lunare … Ma allora da oggi per tre giorni si celebra la festa Qing Ming,   节 Qīngmíngjié … Fantastico!  真棒! Altra festa, altre storie e altri disegni: insomma, qui non si finisce più di festeggiare!

Diversamente da altre ricorrenze tradizionali cinesi questa festa ha avuto origine da un’altra celebrazione: la  寒食节 Hánshíjié, il Giorno del cibo freddo. Potrebbe sembrare l’esclamazione di un cliente scocciato che si lamenta del servizio scadente di un ristorante ma in realtà questo strano nome è collegato ad una storia risalente al Periodo delle Primavere e Autunni (770 – 476 a.C.). 
Si narra infatti che il Duca Wen dello stato di Jin avesse dedicato quel giorno alla memoria di Jie Zitui, un uomo che gli aveva salvato la vita ma di cui si era presto dimenticato: affinché venisse ricordato da tutti decise che nel giorno della ricorrenza della sua morte sarebbe stato proibito accendere i fuochi in casa (capirete il perché la prossima settimana) e tutti avrebbero dovuto mangiare solo cibi freddi. Successivamente, durante la dinastia Qing (1644 – 1911), la festa Hanshi venne sostituita dalla festa Qing Ming che, nonostante avesse un nome diverso, mantenne l’idea alla base della prima: rendere omaggio ai propri cari sulle loro tombe, 扫墓 sǎomù.     

La  Qingmingjie, nota anche come “Tomb Sweeping Day” (“Giorno della Pulizia delle Tombe”), per alcuni aspetti è simile alla nostra Festa dei morti che cade il 2 novembre ed è considerata un vero e proprio rito culturale e sociale: la famiglia riunita fa visita alle tombe dei cari, le ripulisce accuratamente togliendo erbacce e detriti, porta fiori freschi, accende ceri e prega in silenzio. Oltre a tutto ciò, c’è anche l’usanza di offrire al proprio caro del cibo e del vino di riso, bruciare dell’incenso e …  dei soldi finti di carta! Eh già … in fin dei conti, con o senza crisi, qualcuno dovrà pure aiutarli nella vita nell'aldilà per garantirgli prosperità e felicità.
                                                                                                            
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   
[continua…]