martedì 25 marzo 2014

Funüjie: Donne italiane in Cina -Parte 2-

A: Emme, ad un certo punto della tua carriera ti sei trovata non più davanti ma dietro alla cattedra: il fatto di aver iniziato ad insegnare poco dopo la laurea ti è stato d’aiuto? 

M: Sì. Il percorso d'insegnamento è cominciato più o meno un anno dopo la laurea: mi sentivo ancora molto vicina al mondo accademico e ricordavo bene quali potevano essere le esigenze di uno studente e questo mi ha indubbiamente aiutato nell’insegnamento.

A: Secondo te, quali sono le difficoltà della lingua cinese per uno studente italiano?

M: Una delle difficoltà che io stessa ho avuto modo di riscontrare come studentessa è il primo impatto: è sicuramente il momento più critico che spesso porta a decidere se continuare nel percorso di apprendimento o lasciar perdere.
Non si tratta solo della lingua in sé ma, secondo me e come molti altri hanno descritto, dell’approccio mentale totalmente diverso, con radici storiche che affondano nell'alba dei tempi: bisogna riuscire ad avvicinarsi non solo alla lingua ma anche alla cultura, ad un modo di pensare e di vedere le cose completamente differente. All'inizio questo può risultare difficile ma, una volta che lo si è acquisito, ci si sente incredibilmente arricchiti.

A: Ci sono altri fattori che, secondo te, possono causare difficoltà nell'apprendimento della lingua cinese da parte di uno studente italiano?

M: Sì, certo! La lingua cinese, a differenza di quelle europee, come tutti sappiamo, si sviluppa sui caratteri e ad un principiante, questi possono ahimè sembrare solo un mucchio informe di “segnetti”. E’ difficilissimo inizialmente riuscirvi ad individuare un senso grafico logico e attribuire meccanicamente ad ogni carattere un determinato suono e significato! E poi ... ce ne sono a migliaia!

A: Una difficoltà è anche la pronuncia …

M: La pronuncia e i toni; questi ultimi sono un concetto che a noi italiani non è assolutamente familiare, anzi!

A: Per quanto riguarda la pronuncia, qual è stata la prima reazione dei tuoi studenti?

M: All'inizio hanno manifestato un totale smarrimento e in molti si chiedevano: “Ma chi me l'ha fatto fare!?”. In fondo è quello che forse abbiamo provato un po' tutti!

A: E' vero! Tutti quelli che hanno studiato cinese prima o poi si pongono questa domanda!

M: Poi, per fortuna, toni a parte, il cinese in fondo non prevede una pronuncia estremamente difficile. Bisogna comunque avere, come per tutte le lingue, un buon orecchio e mettersi in testa che bisogna studiare. Lo studio individuale è imprescindibile: studiare il cinese frequentando esclusivamente delle lezioni frontali è impensabile e per raggiungere un livello soddisfacente è necessario ritagliarsi degli spazi e dei momenti per studiare da soli.

A: Magari, aggiungo, anche ascoltando canzoni, leggendo materiale diverso da quello scolastico. Per esempio, quello che è stato utile a me nell'esperienza di apprendimento della lingua cinese è stato ripetere "a pappagallo" le frasi che sentivo dai cinesi in giro, cercando di riprodurre gli stessi suoni e facendoli miei.

M: Sicuramente! Poi adesso rispetto a una volta siamo anche avvantaggiati: grazie a strumenti come internet che permettono di accedere a piattaforme web di condivisione come Youtube, o le versioni cinesi Tudou (http://www.tudou.com/) e Youku (http://www.youku.com/), si ha modo di accedere a moltissimi file multimediali, spesso anche sottotitolati.

A: Ultimamente si sente spesso dire che il cinese potrebbe diventare la lingua del futuro. Tu che cosa ne pensi?

M: Forse, non in un futuro troppo ravvicinato. Anche se al momento la diffusione dell’insegnamento della lingua cinese sta sicuramente crescendo in tutto il mondo, Italia compresa: sempre più licei, ad esempio, offrono corsi di cinese all’interno dei propri istituti. Il cinese è comunque una lingua che necessita di un lungo periodo di apprendimento perché si possa raggiungere un livello almeno sufficiente per una comunicazione fluente. Quindi, sì, data l’attuale diffusione del suo insegnamento, immagino un giorno diventerà sicuramente una delle lingue mondiali ma l’inglese avrà il suo peso ancora per molto tempo.


A: Abbiamo parlato della lingua cinese e tu hai avuto esperienza sia come studentessa che come insegnante: consiglieresti ai lettori di  studiare questa lingua? Perché?

M: E’ una lingua che consiglierei di studiare innanzitutto per un proprio arricchimento personale. Come dicevo, lo studio del cinese favorisce una notevole apertura mentale potenziando il nostro “solito” modo di vedere e pensare: ad un certo punto ci si rende conto che il cervello deve ricorrere ad un modo di ragionare totalmente diverso da quello consueto per poter comprendere, apprezzare e applicare questa lingua.

A: Al di là della lingua, consiglieresti anche un viaggio in Cina, magari a chi finora non ci ha mai pensato?

M: Al giorno d’oggi, vista l’importanza che sta acquisendo la Cina nella vita quotidiana - oltre che per il peso politico ed economico, anche per quello culturale, basti pensare alle migliaia di cittadini cinesi che risiedono sul nostro territorio – ritengo opportuno fare un viaggio in Cina per entrare in contatto con la sua cultura millenaria e le meravigliose persone che la abitano. Potrebbe essere un’ottima occasione per prendere le distanze da molti degli stereotipi che abbiamo – ahimè - maturato negli anni.

A: Grazie Emme per la chiacchierata. Ti auguriamo tanto “fu” per la tua carriera!





sabato 8 marzo 2014

Funüjie: Donne italiane in Cina -Parte 1-


A: Ciao a tutti! Come l’anno scorso, abbiamo deciso di dedicare il mese di marzo allo yin e allo yang, alle fenici e ai draghi. Oggi per celebrare la festa internazionale della donna abbiamo deciso di intervistare una giovane donna piena di energie che ha deciso di lavorare a stretto contatto con la Cina. Benvenuta Emme, raccontaci qualcosa di te!

M: Ciao a tutti i lettori di “Nel Segno del Maiale”, mi chiamo Maria Gabriella anche se tutti quanti ormai, anche a lavoro, mi conoscono come MG. Mi sono laureata due anni fa a Ca’ Foscari in cinese, per la precisazione in Lingue ed Istituzioni Economiche e Giuridiche dell’Asia Orientale, un percorso a mio parere molto concreto che mi permettesse di avere delle aspettative lavorative un po’ più sicure.

A: Come mai hai deciso di avvicinarti alla Cina e di studiare cinese?

M: E’ stata una scelta ad esclusione: appena ho terminato il liceo non avevo la più pallida idea di cosa fosse la Cina; ne conoscevo solo la capitale, Pechino, ma dove si trovasse, era un vero mistero. Sapevo però di essere abbastanza portata per le lingue straniere, il piano formativo di Ca’ Foscari offriva una vasta gamma di lingue ma l’unica che prevedeva un percorso giuridico-economico era appunto il percorso in LISAO.

A: Come è stato il tuo primo viaggio in Cina?

M: Il primo viaggio in Cina è stata una bella sorpresa perché, nonostante alcuni dei docenti in Italia fossero madrelingua cinesi e quindi  noi studenti avessimo già avuto un approccio alla cultura e alla società cinese, non sapevo bene cosa aspettarmi. La realtà poi ha di gran lunga superato le aspettative e ammetto di essere tornata in Italia a malincuore! 
Dal punto di vista linguistico, l’impatto è stato quasi scioccante: mi aspettavo che dopo tre anni di studio riuscissi a comunicare abbastanza liberamente con i cinesi, invece, una volta arrivata a Pechino, mi sono resa conto che quello che avevo imparato fino a quel momento con buoni risultati e soprattutto, sudando sette camicie, era poco più che appena sufficiente per sostenere una normale conversazione.

A: Ci sono stati degli eventi che ti sono accaduti che hanno messo in luce la difficoltà nella comunicazione?

M: I primi episodi che mi vengono in mente sono legati ai taxi: mi capitava di chiedere di essere portata in un determinato posto, la mia pronuncia probabilmente non era a livelli ottimali e il tassista di turno non provava nemmeno a venirmi incontro per capire dove volessi andare.  Alla fine non restava altro da fare che aprire lo sportello, ringraziare e salire su un altro taxi. Della serie: “ritenta ancora sarai più fortunato” …

A: E’ una cosa che succede spesso …

M: … e le prime volte, chiaramente, non capisci nemmeno cosa tu stia sbagliando, ma presto te ne fai una ragione. Questo, però, ti spinge indubbiamente a migliorarti perché altrimenti non vai letteralmente da nessuna parte!

A: E’ anche vero che ci sono quei tassisti che hanno talmente tanta voglia di parlare, perché incuriositi dallo straniero, che a volte è difficile scendere dal taxi!

M: Esatto! Per esempio, adoravo quando iniziavano ad elencarmi tutti i giocatori di una particolare squadra o di tutte le squadre italiane o, addirittura, quando mi cantavano le arie delle più importanti opere italiane! I migliori tenori che io abbia mai conosciuto sono al volante di un taxi in Cina! 

A: Qual è stato il tuo percorso quando sei tornata in Italia?

M: La prima volta che sono tornata dalla Cina, in realtà, non mi sono fermata a lungo in Italia: durante la mia permanenza a Pechino avevo trovato un contatto per uno stage alla Camera di Commercio Italiana. Tempo di discutere la tesi triennale a Venezia ed ero già in partenza sul primo aereo per la Cina di ritorno nella metropoli. Questa volta per lavoro. 

A: Che differenza c'è tra studiare e lavorare in Cina?

M: Diciamo che, per quanto mi riguarda, la mia situazione era particolare: lavorando in 
un’istituzione italiana, ero naturalmente circondata da italiani. Ciò non toglie che comunque i ritmi lavorativi fossero totalmente diversi: la domenica, ad esempio, anche se per noi della Camera di Commercio era festiva, a volte non esisteva. In Cina poi non esistono orari, le chiamate di lavoro delle nove o alle dieci di sera, così come quelle delle sette e mezza di mattina sono all’ordine del giorno e non bisogna stupirsi. 

A: E dopo le prime esperienze in Cina, come è proseguito il tuo percorso?

M: Finiti gli studi e conseguita la laurea magistrale, è iniziata l'avventura lavorativa in Italia. Nonostante fossi consapevole della crisi che affligge il nostro Paese, ho provato a trovare un lavoro che fosse più o meno vicino a casa. Sono stata fortunata: sfruttando la competenza del cinese ho inizialmente lavorato in una azienda per circa un anno come commerciale estero. In seguito, ho abbandonato quel percorso e, grazie ad un po' di fortuna e alla giusta tempistica, sono stata selezionata tramite un concorso dall'Istituto Confucio qui a Venezia per un breve percorso di interpretariato e insegnamento della lingua cinese a livello base. 

venerdì 14 febbraio 2014

Qingrenjie + Yuanxiaojie


Oggi doppia festa: 
Festa delle Lanterne (Yuánxiāojié 元宵节) e San Valentino (Qíngrénjié 情人节)!!



Allora, doppi auguri a tutti! 

祝大家双节快乐!

mercoledì 12 febbraio 2014

Chunjie -parte3-

 I primi giorni della Festa della Primavera sono molto importanti: non è solo un momento di ricongiungimento e riunione ma anche di preghiera e ringraziamento.
Infatti, oltre alle preghiere e alle offerte a diverse divinità del Cielo e della Terra, l’attenzione delle famiglie è rivolta ai propri antenati: i cari defunti sono ricordati con grande rispetto perché fondamento non solo della famiglia ma anche della sua stessa fortuna e ricchezza. I vivi e i morti festeggiano insieme, onorando le generazioni passate e quelle presenti!

Dopo la preghiera i festeggiamenti della Festa di Primavera proseguono, come tradizione vuole, con un banchetto pieno di tante cose buone, sfiziose e soprattutto fortunate!
Le cene durante la Chunjie sono più ricche e abbondanti rispetto alle altre feste e i piatti hanno nomi che richiamano la prosperità  (come il “pesce” 鱼omofono di 余che significa “abbondanza”) ed esprimono l’augurio di buona fortuna per l’anno successivo.
Molti cibi vengono preparati lasciando gli ingredienti interi per assicurare alla famiglia integrità e perfezione e, addirittura, usare il coltello è considerato un gesto sfortunato in quanto potrebbe “tagliare” la buona sorte della famiglia.

A proposito di “tabù”, ce ne sono altri che vale la pena ricordare: durante la vigilia della Chunjie quando si parla, per esempio, non si devono utilizzare parole “sfortunate” che fanno riferimento a disgrazie o alla morte (non pronunciate la parola “quattro”, per carità!) e le storie di fantasmi non sono per niente gradite. Tutti i debiti vanno pagati perché si rischia di averne il doppio l’anno successivo, non si devono rompere oggetti e durante il primo giorno lunare non vanno né lavati né tagliati i capelli perché vorrebbe dire lavar via o recidere tutta la buona fortuna!
Io sono della filosofia “non è vero, ma ci credo”…

 Dopo essersi rimpinzati di cibo, fortuna e degli immancabili ravioli (i famosi  jiāozi 交子) arriva il momento più bello per i giovani: infatti gli adulti regalano ai piccoli le hóngbāo 红包, delle buste rosse contenenti dei soldi! 
Ci sono molte storie che spiegano la nascita di questa usanza e, sicuramente, la più comune è quella legata a Suì 祟, uno spirito malvagio tutto nero  ma con le mani bianche.

Si narra che in tempi antichi durante la vigilia della Festa di Primavera Sui si materializzasse per toccare la fronte dei bambini causando loro malattie. L’unica soluzione era “rimanere svegli per tutta la notte della vigilia”, “shǒusuì 守岁”. Due genitori decisero di tenere sveglio il proprio figlio facendolo giocare con delle monete di rame avvolte nella carta rossa, colore fortunato e in grado di allontanare gli spiriti malvagi. Ma ben presto tutti quanti iniziarono ad avere sonno e non poterono fare a meno di andare a letto. I genitori ebbero un’idea: misero dietro al cuscino del figlio la monete avvolte nella carta rossa.
Sui arrivò puntuale, avvicinò la sua mano bianca alla fronte del bambino ma improvvisamente fu incuriosito dalla busta lì vicino … quando la aprì.  le monete luccicarono e lo spavento fu tale che scappò via. La voce si sparse velocemente e tutti iniziarono ad avvolgere le monete che da quella volta furono soprannominate yāsuìqián 压 祟 钱, “le monete per sopprimere Sui”. 


Non importa se, quando ricevete la busta rossa, siete già trentenni: agli occhi di chi ve la regala siete comunque più giovani! Ma non fatevi prendere dalla sindrome di Peter Pan perché, prima o poi, sarete voi a doverle regalare a quelli più piccoli di voi!

 




lunedì 10 febbraio 2014

Un anno e non sentirlo


E' l'anno del cavallo ma oggi festeggiamo il maiale. Perché?!
Ma perché oggi NSDM compie un anno di vita! 

Continuate a seguirci, abbiamo ancora molto da raccontarvi! 

Grazie a tutti!!!


lunedì 3 febbraio 2014

Chunjie -parte2-

Come abbiamo già accennato, la Festa di Primavera è il momento dell’anno più importante e sentito perché la famiglia si riunisce per stare insieme, proprio come il Natale da noi.
Non importa se si vive lontano dai propri cari: anche se ci sono centinaia di chilometri di distanza, studenti e lavoratori “combattono” nelle stazioni per accaparrarsi un biglietto del treno o dell’autobus per far ritorno a casa comodamente seduti. Il rischio è farsi un lungo viaggio accovacciato su uno sgabellino pieghevole o, peggio, in piedi.
In questo periodo dell’anno viaggiare è un’impresa davvero ardua ed è sempre meglio prendersi un largo anticipo. Da circa quindici giorni prima dell’inizio della celebrazione del Capodanno cinese e per quasi un mese, migliaia di persone si spostano dalle grandi metropoli alle piccole città nell’entroterra: questo fenomeno è considerato la più grande migrazione umana che avviene puntualmente ogni anno. Per l’intensità e la concentrazione del traffico turistico, si fa riferimento a questo periodo utilizzando il termine chūnyùn 春运, dove il carattere chūn 春 significa “primavera” (lo stesso in 春节 Chūnjié) e  yùn 运significa “movimento” ma anche “fortuna”…
Ditelo a chi è rimasto a terra!

Far visita alla propria famiglia può mettere a dura prova i nervi più saldi ma alla fine chi ce la fa ad arrivare in tempo può godere dei festeggiamenti dall’inizio alla fine: la festa è davvero lunga e ci sono tantissime cose da fare. Iniziamo?

La festa in realtà inizia l’ultimo giorno dell’ultimo mese lunare, la vigilia prima del nuovo anno: le case vengono pulite a fondo dentro e fuori per scacciare tutto ciò che può essere rimasto di negativo dell’anno precedente. Porte, battenti e muri vengono decorati con i poster del nuovo anno (niánhuà 年画), rigorosamente rossi, che riportano i disegni dei guardiani divini delle porte (ménshén 门神), decorati con distici di buon augurio (chūnlián 春联) e animali propizi come il pipistrello ( 蝠) la cui pronuncia è la stessa di quella del carattere più fortunato dell’est: 福, “felicità, fortuna”.
Se trovate quest’ultimo capovolto, non andate a schernire i padroni di casa perché fareste una pessima figura: infatti, il dàofú 倒福, letteralmente “fortuna rovesciata”, ha la stessa pronuncia di dàofú 到福, cioè “arriva la fortuna”!
I più poetici dicono che rovesciare il fu faccia sì che la fortuna espressa dal carattere non vada in cielo ma rimanga sulla terra. Quanti ne appenderete?



venerdì 31 gennaio 2014

Chunjie -parte1-

Buon anno a tutti, soprattutto a quelli nati nel segno del cavallo: è il vostro anno!

Oggi è iniziata la Festa di Primavera (春节Chūnjié), il più importante evento per i cinesi.
Festeggeremo questo nuovo anno lunare con tantissime curiosità e, per celebrarla alla grande, nei prossimi giorni vi racconteremo il mito dietro alla Chunjie e una storia dedicata al cavallo, la star del 2014!
Direi di iniziare subito: saliamo sui nostri destrieri nuovi di pacca e lanciamoci a capofitto nei festeggiamenti della Festa di Primavera che durerà quindici giorni. Giusto un consiglio: occhio ai petardi!

Visto che ogni anno porta con sé un animale, oggi parleremo dei segni zodiacali cinesi.

Come sapete, ogni anno lunare è dedicato ad un animale ben preciso per via di una corsa che avvenne molti secoli fa (Intro NSDM).
Ciascun animale ha delle caratteristiche uniche e delle caratteristiche che sono condivise da altri due animali. Giusto per fare chiarezza: dodici animali divisi in quattro gruppi da tre … serve la prova del 9?

Il primo gruppo è formato dal topo, dal drago e dalla scimmia, tre tipini belli forti ed intelligenti: la competizione per loro è all’ordine del giorno e sono sempre bravi a raggiungere i loro obiettivi, anche se questo significa schiacciare qualche piede. Hanno in mente grandi progetti che portano avanti con tutte le loro forze ma a volte i loro piani non vanno proprio come avevano pensato…

Il secondo gruppo comprende il bue, il serpente e il gallo: il primo ara i campi, il secondo scivola veloce nell’erba e il terzo … beh, il terzo becca i chicchi per terra. Non fraintendetemi: anche quello è un lavoro funzionale! Questi animali sono dei gran lavoratori e pensatori:  piano, piano raggiungono sempre i loro obiettivi.

Il terzo gruppo è composto dalla tigre, dal cavallo e dal cane: tutti e tre dallo spirito libero, sono molto pratici, non si fermano mai e sanno godere dei propri successi, a volte cadendo nell’egocentrismo. Ahi, ahi!

Infine il quarto gruppo: la capra, il cavolo e il lupo …  no, aspettate un attimo… quella è un’altra storia!

Il quarto gruppo include la pecora, il coniglio e il maiale (yeah!). Che dire… è il più hippy di tutti!
Ipotizziamo la costruzione di una casa. Se, teoricamente, il primo gruppo è quello che finanzierebbe la sua costruzione, il secondo la costruirebbe e il terzo la manterrebbe, il quarto invece è quello che la renderebbe bella ed armoniosa attraverso l’arte e la musica, in totale relax e senza troppi pensieri. Peace&Love.

Se non vi rispecchiate in qualcosa, non preoccupatevi: magari non avete preso in considerazione gli altri vostri animali! Infatti sia l’anno che il giorno sono suddivisi in dodici parti cosicché ciascuno di noi in base alla nascita ha anche un animale “interiore” e un animale “segreto”. Non è finita qui! Dovreste tenere conto anche dei cinque elementi (legno, fuoco, terra, metallo ed acqua) e dello yin/yang … Insomma, trovare i propri animali non è impresa facile!





giovedì 23 gennaio 2014

Jizaojie

Ciao a tutti e ben ritrovati su NSDM!

Come molti sanno tra poco più di una settimana inizierà il nuovo anno lunare con il “primo giorno del grande anno” (大年初一Dà Nián Chūyī) ma forse non tutti sanno che oggi si festeggia l'ultima parte dell'anno (小年 xiǎonián, letteralmente “piccolo anno”), conosciuto anche come Jìzàojié 祭灶节 ("Festa del dio della cucina"), giorno dedicato a 灶君 Zàojūn (o 灶王 Zàowang), appunto “il dio della cucina”.  

Ovviamente non stiamo parlando di uno di quei personaggi televisivi che si danno battaglia sui fornelli a suon di ricette assurde ed impiattamenti stilosi ma di un immortale che secondo il mito vive nella cucina di casa e controlla il comportamento di ciascuna famiglia.


Riflettendoci bene, è un po' inquietante pensare che ci sia uno sconosciuto che si aggira a casa e per di più ci spia … ma vi do due buone notizie: in realtà Zao Jun è un'entità benigna e si dice che viva nelle stufe. Cosa? Avete una stufa?! Allora aggiungete un posto a tavola ...

A parte gli scherzi, nelle cucine delle vecchie case cinesi era solita esserci una grossa stufa fatta di mattoni, costruita direttamente sul pavimento e attaccata per un lato al muro dove era presente anche un piccola nicchia per gli incensi e le offerte a Zao Jun.
Ma perché la stufa è così importante?


Nella società antica la stufa era considerata un elemento fondamentale in quanto indispensabile per la vita quotidiana: intorno ad essa si svolgevano le attività del nucleo familiare (un vero e proprio focolare domestico) e nel tempo assunse sempre più importanza sociale, divenendo simbolo della famiglia e  della sua “anima”.
Così, da lì Zao Jun sorveglia il comportamento della famiglia e alla fine di ogni anno va in Cielo a presentare un resoconto all'Imperatore di Giada: se questa si è comportata bene, garantirà pace e armonia oppure … sono guai!
Ma come arriva in Cielo se è nascosto in cucina?

La sera del ventitreesimo giorno solitamente le famiglie pregano (祭灶祈福 jìzàoqífú) e per facilitare la sua ascesa al Cielo bruciano la sua immagine con quella di un cavallo: questa pratica permetterebbe di liberare il suo spirito che così può raggiungere più velocemente il Cielo. 
In alcune aree della Cina ci sono altre usanze particolari: per esempio, per garantirgli un viaggio sicuro si brucia anche della paglia e dei soldi finti (元宝 yuánbǎo ) e a simboleggiare la sua cavalcata si lanciano fagioli sul tetto.  
Inoltre per riempirgli la pancia prima del lungo viaggio, le famiglie gli offrono dello zucchero (灶糖 zàotáng), dolcetti (火烧 huǒshāo) e frutta.
E non finisce qui!
Infatti tradizione vuole che si metta nella sua bocca del riso glutinoso e miele perché possa riferire all'Imperatore di Giada solo cose buone e dolci o (per chi vuole pensarla malignamente) perché abbia la bocca piena e impastata da non poter proferir parola. 
Con l'anno nuovo, dopo il suo viaggetto, una nuova immagine verrà appesa e si ridarà il benvenuto a casa a Zao Jun che contraccambierà proteggendo tutta la famiglia per un altro anno … se non è stato trattato male!

Se siete curiosi di sapere come Zao Jun è finito nella stufa ed è diventato immortale, seguiteci perché fra qualche giorno la nostra cara nonnina cinese Nainai ci racconterà proprio la sua storia!88



mercoledì 8 gennaio 2014

Labajie

Buon nuovo anno solare a tutti!

Come promesso, torniamo dopo le abbuffate festive belli carichi non solo di ciccia ma anche di idee e storie nuove. L’Epifania tutte le feste ha portato via ma non in Cina: infatti oggi si festeggia la festa tradizionale Làbā (腊八节), una delle ultime feste prima che inizi il nuovo anno lunare con la lunga Festa della Primavera.

Il nome Laba deriva dal fatto che la festa cade l’ottavo giorno (八 significa otto) del dodicesimo mese lunare, detto anche làyuè 腊 月. Quest’anno coincide con l’ottavo giorno del primo mese solare ma è solo un caso perché  nel 2013 è stata il 19 gennaio e nel 2015 cadrà il 27 dello stesso mese.

A differenza di altre feste cinesi più importanti e radicate nella cultura cinese, la ricorrenza Laba viene celebrata soprattutto a nord e non spicca per particolari rituali o attività però, come tutte, ha una caratteristica che la contraddistingue: la 腊 八 粥 làbāzhōu, una zuppa fatta in genere di riso, zucchero, fagioli, frutta secca (noci, castagne , mandorle, etc.), semi di melone, semi di loto e così via. Normalmente vengono scelti otto ingredienti o “tesori”e per questo motivo viene anche chiamata bābǎozhōu 八 宝 粥 “zuppa otto tesori”. La zuppa laba è molto popolare ed esistono centinaia di varianti ma, in un modo o in un altro, rimane un piatto molto nutriente e gustoso, soprattutto se mangiato in una fredda giornata invernale.
   
Riguardo le origini di questa festività esistono diverse versioni e quella più comune ci farà fare un salto di più di duemila anni indietro nel tempo ad incontrare una figura molto famosa in tutto il mondo: nientedimeno che Shakyamuni, a molti noto come Siddharta.
Siddharta  Gautama, principe della dinastia Shakya, aveva tutto quello poteva desiderare: un palazzo, comodità e ricchezze donate dal padre. Un giorno però fu preso da una profonda inquietudine interiore e decise di scoprire il mondo oltre le mura della reggia. Si scontrò con la crudezza della realtà e vide con i propri occhi la sofferenza degli uomini. Turbato, lasciò la sua vita regale e per sei lunghi anni intraprese un percorso ascetico alla ricerca dell’illuminazione, divenendo prima “Shakyamuni” (“il saggio degli Shakya”) e poi, dopo aver raggiunto il grande risveglio, il “buddha” o “il risvegliato”.

A questo punto vi chiederete cosa c’entra la festa Laba ... Ebbene, Shakyamuni in quei lunghi anni di meditazione sotto l’Albero della Bodhi digiunò e raggiunse l’illuminazione l’ottavo giorno del dodicesimo mese lunare (per alcuni il quinto), giorno in cui gli venne offerta una ciotola di zuppa di riso. Così oggi lo si commemora preparando e mangiando la zuppa Laba e in molti templi buddhisti viene offerta ai visitatori.

Oltre a questo piatto, ce n’è uno molto particolare: l’aglio laba, 腊 八 蒜 làbāsuàn.La tradizione vuole che si mettano gli spicchi d’aglio (quelli con la buccia rosa) nell’aceto di riso con un po’ di zucchero per un paio di settimane: l’aglio diventerà di un bel verde e assumerà una consistenza croccante, ideali da mangiare insieme ai ravioli durante il Capodanno cinese, magari accompagnati da un buon bicchiere di vino laba (腊八酒 làbājiǔ). L’aglio laba, anche se potrebbe far storcere il naso ad alcuni (non il vostro ma di quelli che sentono il vostro alito), è ricco di antiossidanti, aiuta a tenere bassi i livelli dei grassi e mantiene nella norma i livelli del colesterolo … sarebbe proprio un ottimo rimedio per le nostre abbuffate natalizie!