lunedì 3 febbraio 2014

Chunjie -parte2-

Come abbiamo già accennato, la Festa di Primavera è il momento dell’anno più importante e sentito perché la famiglia si riunisce per stare insieme, proprio come il Natale da noi.
Non importa se si vive lontano dai propri cari: anche se ci sono centinaia di chilometri di distanza, studenti e lavoratori “combattono” nelle stazioni per accaparrarsi un biglietto del treno o dell’autobus per far ritorno a casa comodamente seduti. Il rischio è farsi un lungo viaggio accovacciato su uno sgabellino pieghevole o, peggio, in piedi.
In questo periodo dell’anno viaggiare è un’impresa davvero ardua ed è sempre meglio prendersi un largo anticipo. Da circa quindici giorni prima dell’inizio della celebrazione del Capodanno cinese e per quasi un mese, migliaia di persone si spostano dalle grandi metropoli alle piccole città nell’entroterra: questo fenomeno è considerato la più grande migrazione umana che avviene puntualmente ogni anno. Per l’intensità e la concentrazione del traffico turistico, si fa riferimento a questo periodo utilizzando il termine chūnyùn 春运, dove il carattere chūn 春 significa “primavera” (lo stesso in 春节 Chūnjié) e  yùn 运significa “movimento” ma anche “fortuna”…
Ditelo a chi è rimasto a terra!

Far visita alla propria famiglia può mettere a dura prova i nervi più saldi ma alla fine chi ce la fa ad arrivare in tempo può godere dei festeggiamenti dall’inizio alla fine: la festa è davvero lunga e ci sono tantissime cose da fare. Iniziamo?

La festa in realtà inizia l’ultimo giorno dell’ultimo mese lunare, la vigilia prima del nuovo anno: le case vengono pulite a fondo dentro e fuori per scacciare tutto ciò che può essere rimasto di negativo dell’anno precedente. Porte, battenti e muri vengono decorati con i poster del nuovo anno (niánhuà 年画), rigorosamente rossi, che riportano i disegni dei guardiani divini delle porte (ménshén 门神), decorati con distici di buon augurio (chūnlián 春联) e animali propizi come il pipistrello ( 蝠) la cui pronuncia è la stessa di quella del carattere più fortunato dell’est: 福, “felicità, fortuna”.
Se trovate quest’ultimo capovolto, non andate a schernire i padroni di casa perché fareste una pessima figura: infatti, il dàofú 倒福, letteralmente “fortuna rovesciata”, ha la stessa pronuncia di dàofú 到福, cioè “arriva la fortuna”!
I più poetici dicono che rovesciare il fu faccia sì che la fortuna espressa dal carattere non vada in cielo ma rimanga sulla terra. Quanti ne appenderete?



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