mercoledì 12 giugno 2013

Duanwujie -parte 1-


Tratto da: Io sono Li, 2011. Film. Diretto da Andrea Segre. Italia: Jolefilm con Aeternam Films
in coll. con Rai Cinema e Arte Cinema

La cosa più difficile quando si scrive un post è trovare una frase iniziale con cui rompere il ghiaccio e più si va avanti e più si rischia di essere ripetitivi e banali. Per questo motivo oggi ho deciso di iniziare in modo diverso, condividendo con voi l’inizio del film “Io sono Li” che consiglio vivamente a tutti per la delicatezza con cui affronta temi sociali di grande importanza.
Proprio nella scena iniziale la protagonista fa scivolare sul filo dell’acqua in una vasca da bagno alcune lanterne accese e cita le parole di Qu Yuan, la cui vita amara è strettamente legata alla festa che cade proprio oggi, il quinto giorno del quinto mese lunare: la Duānwǔjié  端午节, la Festa delle Barche Drago o Festa del Doppio Cinque.

Prima di tuffarci a pesce in questa festa, dovremmo porci una domanda fondamentale per comprendere le sue origini: chi è Qu Yuan?
Qu Yuan 屈原 (ca. 339 – ca. 278 a.C.) fu uno dei più grandi poeti della tradizione cinese e visse nello Stato di Chu (nell’attuale Cina meridionale) durante il Periodo degli Stati Combattenti. Ma Qu Yuan non fu solamente un poeta: come tanti letterati faceva parte dell’entourage del sovrano, fu uno dei suoi consiglieri personali di fiducia e fu proprio la sua carica e il suo smisurato amore per la patria a causargli successivamente un dolore immenso. Infatti a causa della sua visione della politica interna ed estera diversa da quella dei suoi  “colleghi” corrotti, nonché rivali, e a causa delle malelingue messe in circolazione dagli stessi, il re di Chu lo allontanò dalla corte esiliandolo nel suo villaggio natale. Con il passare del tempo lo stato di Chu si indebolì  sempre di più e venne facilmente conquistato dallo Stato di Qin e così, soprafatto dal dolore e dall’indignazione, Qu Yuan si suicidò legandosi una pietra alla vita e gettandosi nel fiume Miluo.
E dove finì la vita di questo straordinario poeta iniziò la tradizione della Festa delle Barche Drago. Infatti la leggenda vuole che gli abitanti del villaggio, appena scoprirono che il loro amato compaesano si era tolto la vita, corsero al fiume trascinando le loro lunghe barche drago per salvarlo: cercarono il suo corpo ovunque lottando contro la corrente, suonando i tamburi per scacciare gli spiriti malvagi e gettando del riso glutinoso in acqua per allontanare i pesci dalle sue spoglie. La ricerca non finì mai ma da quel giorno divenne una tradizione in tutta la Cina!


[Continua…]

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