domenica 23 giugno 2013

Leoni in cielo, draghi in acqua -parte 2-


Intervista alle "leonesse" della squadra femminile agonistica di Dragon Boat, presso Remiera “Sacca San Biagio” a Venezia in data 11/05/2013


A: Buongiorno a tutte e grazie di avermi concesso quest’intervista senza preavviso. Innanzitutto sarei curioso di sapere come siete venute a conoscenza di questa disciplina e come mai avete scelto di praticarla …
S.F.: L’Università IUAV di Venezia è stata invitata nel lontano 2002 a partecipare ad una gara a Trento sul Lago di Caldonazzo e in due e tre giorni abbiamo organizzato la barca. Quando siamo arrivati lì abbiamo trovato una barca di studenti e dipendenti, abbiamo partecipato alla gara e siamo arrivati secondi. 
L’anno successivo abbiamo creato la nostra squadra e il nostro equipaggio: ci siamo allenati un po’ e  da quel momento abbiamo avuto come IUAV lo stesso equipaggio per altri tre anni. E poi per varie difficoltà legate al fatto di far coincidere gli allenamenti con i vari impegni personali, la squadra si è sciolta. Nel mentre anche Ca’ Foscari si stava organizzando e anche loro hanno formato la loro squadra. Nel 2005 ci siamo scontrati qui a Venezia e noi abbiamo vinto. Da quel momento però loro si sono rinforzati e noi ci siamo un po’ persi ma l’obiettivo era comune: portare avanti questa disciplina! Così adesso abbiamo una squadra unica. 
A: L’unione fa la forza! E cosa vi piace del Dragon Boat?
S.F.: Allora del Dragon Boat ci piace il fatto di essere una squadra, di soffrire insieme, pagaiare insieme: insomma l’accorpamento di più persone che diventano una cosa unica, uno lotta per l’altro e lo spirito di squadra. Poi c’è il fatto che tu lotti contro il vento, l’acqua, le altre barche e tutto questo lo rende una sfida da affrontare con passione.
A:  A proposito, avete parlato di acqua e vento e Venezia è una città molto particolare in cui allenarsi: avete mai avuto qualche imprevisto dovuto al traffico marittimo, al vento o altre situazioni particolari legate alla laguna?
S.F.: In generale no, però bisogna sempre stare molto attenti. Una volta abbiamo sfidato una nave che alla fine “ci ha suonato”. In quel caso è stato un nostro errore. Bisogna comunque stare attenti a Venezia perché, soprattutto quando attraversiamo i canali, tipo quello della Giudecca, c’è molto moto ondoso dovuto al traffico marittimo ed una volta è successo che un motoscafo da laguna non si accorto di noi: fortunatamente non è successo nulla!  
A:  Quante volte vi allenate la settimana?
S.F: Due tre volte, anche se il nostro coach vorrebbe che ci allenassimo di più e che magari integrassimo con altri esercizi in palestra, al di fuori del Dragon Boat.
A:  Come bisogna essere per affrontare questa disciplina, fisicamente e psicologicamente?
S.F.: Beh, sicuramente determinati a non mollare anche quando si è stanchi, saper valutare anche come sfruttare ed utilizzare le proprie forze a seconda del tipo di gara. Magari chi ha più anni di esperienza riesce di più in questa cosa, magari compensando la forza con la tecnica. La nostra squadra ha un range di età piuttosto ampio, che va dai 18 ai 50. Ci siamo integrati con l’equipaggio degli studenti: loro hanno la forza, noi invece abbiamo la tecnica o comunque l’esperienza e quindi è una bella coalizione e una continua collaborazione. 
A: Ancora un paio di domande: a giugno avrete la gara in Cina, sarà la prima volta in Oriente come squadra di Dragon Boat, che cosa vi aspettate?
S.F.: Sì, è la prima volta in Oriente ma non è la prima volta all’estero: abbiamo già affrontato delle gare bellissime a Berlino, Berna, anni fa a Londra, comunque sempre in ambito europeo. E’ la prima volta che affrontiamo la Cina: questa’anno siamo stati invitati a Suzhou e ci è stata data la possibilità di partecipare con la squadra maschile e femminile. Da un lato, solo l’idea di andare nella patria leggendaria del Dragon Boat ci ha entusiasmati; dallaltro, chiaramente, affronteremo una realtà diversa e non sappiamo assolutamente chi saranno i nostri avversari. Speriamo che sia una esperienza bella e l’importante è partecipare ma faremo il possibile per vincere. Indipendentemente dal risultato, che non è la cosa più importante, ci stiamo preparando al meglio e per questo siamo qui il sabato mattina alle 9 nonostante la pioggia e il fresco. (ridiamo).
A: Brave e complimenti! Vi lascio andare al vostro allenamento, se no, il coach comincia ad arrabbiarsi!! (ridiamo)


                                                                                   
[Continua…]

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