giovedì 30 maggio 2013

Le barche nel sud e i cavalli nel nord

Anche questo mese sta per finire e, come un vecchio pensionato che alla sera riflette sulle cose fatte durante la giornata, farò il punto della situazione. Che dire, maggio è stato un mese molto particolare: non ci ha portato feste tradizionali (giusto un momento di tranquillità prima del Dragon Boat Festival fra pochi giorni) ma è stato ricco di novità! Abbiamo sperimentato l’intervista come mezzo per raccontare in modo diverso la Cina e finalmente abbiamo presentato due personaggi del fumetto Nel segno del maiale: Marco e la sua cara nonnina, Nainai. Quest’ultima cerca in tutti i modi di tramandare al nipote le sue radici (e non demorderà dall’intento!) e, nel farlo, ha indirettamente aperto le porte del Regno di Mezzo anche a noi lettori. E intanto Marco fugge dai suoi rimproveri ignorando la sua cultura d’origine non solo per il fatto di essere cresciuto lontano dalla Cina ma anche per una serie di eventi successi nel suo passato … suspense!

Tralasciando la trama di Nsdm perché, se no, rischio di svelare troppi dettagli e rischio anche di perdere la lingua a forza di morderla, l’allontanamento dalla proprie origini è qualcosa che accade veramente nelle famiglie cinesi trapiantate da decenni in Italia e, come le ragazze italo-cinesi intervistate questo mese, spesso (e aggiungo fortunatamente) da parte dei giovani c’è la voglia di conoscere la “propria storia”, magari attraverso corsi proposti da università, associazioni o altri enti. 
E qual è il primo passo per entrare in contatto con la cultura di un altro popolo? Sicuramente impararne la lingua, intesa non come un insieme di vuote regole grammaticali da imparare mnemonicamente per superare un esame o per ordinare un bicchiere d’acqua al bar (questo si chiama in entrambi i casi “sopravvivenza”) ma come mezzo da far proprio, da contestualizzare tenendo ben in mente le diverse situazioni culturali che ci si troverà a vivere. Imparare una lingua significa aprire la propria mente e pensare in un modo diverso e attento, entrare intimamente in contatto con la storia di quel popolo. 

Certo, imparare il cinese non è una cosa che decidi di fare mentre stai scolando la pasta: ci vogliono alcuni anni e, soprattutto, tantissima pazienza per poter finalmente dire le fatidiche parole “Io parlo cinese” … Poi potrebbe succedere che arrivi bello, bello in Cina, magari finisci in una città periferica e scopri “piacevolmente” che dovrai imparare anche un po’ di dialetto locale, giusto per capire cosa succede intorno a te. Poi potrai anche darti delle arie con gli amici snocciolando quelle 3-4 parolacce in dialetto che avrai imparato a fatica in un mese, ma questa è un’altra storia …  

Comunque, se pensavate che in  Cina si parlasse solo il cinese mandarino (普通话 pǔtōnghuà), non è proprio così. D’altronde se in Italia abbiamo così tanti dialetti, quanti pensate ne possa avere un territorio esteso come la Cina? 
Gli studiosi, per non complicarsi troppo la vita ( e noi li ringraziamo), hanno riconosciuto almeno sette gruppi di dialetti, tutti appartenenti  alla famiglia delle lingue sino-tibetane: il dialetto settentrionale Běifānghuà 北方话 (base della lingua ufficiale,  diffuso nel nord e nel sud-ovest); il Wúyǔ 吴语 (presente nel Zhejiang, nell’area di Shanghai, in alcune zone del Jiangsu e del Anhui; questo è il dialetto più diffuso nelle comunità cinesi in Italia); il Gànyǔ 赣语 (nel Jiangxi, nel Hubei sud-orientale); lo Xiāngyǔ 湘语 (nel Hunan); il Mǐnyǔ 闽语 (nel Fujian, nel Guangdong nordorientale, nell’isola di Hainan e a Taiwan); il Kèjiā 客家o hakka (nel Guangdong centro-settentrionale e in diverse località sparse tra il Sichuan e la costa orientale); lo Yuèyǔ 粤语 o cantonese (nel Guangxi , nel Guangdong occidentale, Hong Kong, Macao).
E non finisce qui! All’interno degli stessi gruppi dialettali esistono delle varianti linguistiche locali talmente forti che abitanti di due città confinanti potrebbero addirittura avere difficoltà a capirsi!
Ma non disperate perché fortunatamente i caratteri sono comprensibili da tutti e, se proprio si fa fatica a comunicare, carta e penna potrebbero risolvere la situazione … a patto però che li sappiate scrivere!

Comunque nonostante le difficoltà, il cinese rimane una lingua affascinante e sicuramente torneremo a parlarne perché c’è veramente tantissimo da scoprire. Ora vi lascio a Nainai e Marco con le loro storie e i loro battibecchi e preparatevi perché il mese prossimo … SI PAGAIA!88  






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